Fatica e sudore

Pubblicato 18 gennaio 2014 da Spirito Libero

Io e il montanaro ci siamo visti ieri…ultimamente riusciamo a vederci una volta alla settimana, perché tra distanza, maltempo e lavoro e’ difficile riuscire a farlo piu’ spesso.

Anche se possiamo vederci poco, quando riusciamo a trovarci cerchiamo sempre di vivere il tempo che ci e’ dato nel miglior modo possibile…questa e’ una della cose che il tempo ci ha insegnato, e di cui abbiamo fatto tesoro.

Solitamente quando ci vediamo andiamo a fare un giro e qualche spesa, ieri me l’ha anche pagata lui perche’ questo mese l’assegno del mio ex marito non e’ ancora arrivato…e’ la prima volta in 4 anni che questo accade, per fortuna, ma non e’ la prima volta che io o lui siamo in grosse difficolta’ economiche.

C’e’ stato un periodo veramente buio in cui per arrivare a fine mese ho dovuto fare quello che nessuna donna dovrebbe mai trovarsi a fare nella vita, chi mi conosce da blogspot e’ al corrente di tutta la storia e sa bene quanto mi sia costato, ma per fortuna un po’ alla volta ne sono uscita. La mancanza ancora ad oggi di altre entrate certe non e’ certo piacevole, ma l’idea di continuare in quel modo era peggiore del fatto di ritrovarmi con pochi euro in tasca.

Nel tempo, ho imparato a gestire le mie risorse in modo oculato, anche se sono convinta di poter fare meglio. A lungo non ho dovuto preoccuparmi di queste cose, finche’ ero sposata, e anche prima, c’era sempre qualcuno che “pensava a me” dal punto di vista materiale e devo dire che se da una parte mi ha permesso di condurre una vita senza preoccupazioni, dall’altra non mi ha fatta crescere e maturare. Ci e’ voluto il divorzio, i grossi problemi di lavoro del montanaro e quel “periodo buio” per farmi toccare con mano la durezza della vita., per quanto io sia consapevole che ci sono persone che stanno peggio, molto peggio di me.

Eppure, anche nei momenti piu’ difficli, cio’ che mi ha dato la forza di andare avanti e’ stato l’amore: per mio figlio e per il montanaro. Ho sempre saputo che finche’ avevo quest’amore niente e nessuno avrebbero potuto umiliarmi e piegarmi.

Poi, devo dire, ho avuto aiuto dalla fede. Non sono una cristiana molto praticante, ho visto persone e cose spiacevoli all’interno della Chiesa, ma non ho bisogno di un’istituzione per credere. La Chiesa e’ fatta di uomini e gli uomini sono fallaci. Pero’, il nuovo Papa mi ha dato una sensazione positiva, e credo che grazie a lui le cose possano cambiare meglio, sia per chi crede che per chi non crede…alla fine, cio’ di cui ciascuno ha bisogno e’ speranza e umanita’. E io, nella mia fede, ho trovato queste cose.

Aver avuto a che fare a lungo con gente che non aveva nemmeno una lontana idea di cosa fosse l’umanita’ e il rispetto nei confronti della donna fortunatamente non mi ha scalfita dentro. Mi ha piegata, a volte. Quello si. Ma mai spezzata.

Mi sono sempre detta che mentre io alla fine sono riuscita a fare un percorso che mi ha resa, e mi sta rendendo, una persona migliore, loro sono sempre rimasti li’, nella mediocrita’ del loro essere mezzi uomini.

Non ho comunque mai pensato che gli uomini siano “tutti uguali”. Ce ne sono di veramente degni. Mio nonno, ad esempio, che e’ morto a 45 anni sul lavoro, per aver sostituito un collega che stava per diventare padre, e cosi’, dopo un doppio turno massacrante, ha incontrato la sua fine sotto le ruote di una pala meccanica.

Uomini come lui, mi ricordano che esiste una dignita’. E quella dignita’ l’ho fatta mia.

Non so bene come l’Italia verra’ fuori da questa grossa crisi. prima che economica, e’ sicuramente una crisi di identita’ e di valori.

Pero’, la riscoperta di questi valori fondamentali e fondanti, come la famiglia, l’amore per i figli e, aggiungerei, per la meravigliosa natura e la storia di questo Paese, credo, possano rappresentare le fondamenta su cui ricostruire e ricostruir”ci”.

Purtroppo, molta gente, vive ancora rimpiangendo il falso mito del consumismo, guardando solo a cio’ che ormai non puo’ piu’ permettersi anziché godere delle cose vere e preziose che ancora ha. Ho sentito di gente che non si fa alcun problema ad andare a mangiare alla Caritas, il che farebbe supporre ad uno stato di seria indigenza, ma poi tirano fuori di nascosto lo smarphone ultimo modello.

Io, che ho vissuto nell’epoca in cui il “benessere” era quasi dato per scontato, mi rendo conto di quanta strada abbiamo inutilmente percorso inseguendo quel falso mito.

Credo che il futuro dipenda dalla riscoperta di quello che ci hanno insegnato i nostri nonni. Gente che ha vissuto gli orrori della guerra, che sapeva veramente cosa significava patire la fame, che ha ricostruito il Paese un pezzo per volta rimboccandosi le maniche con fatica e sudore.

Sudore e fatica. Speranza e condivisione. Questa e’ la strada.

10 commenti su “Fatica e sudore

  • Nel mio “conoscere persone” ho avuto a che fare con gente di tutte le risme… purtroppo devo dire che nonostante la crisi in giro c’è ancora troppa superficialità. Dovremmo cadere molto più in basso per fare piazza pulita di tutte le cose inutili e riscoprire i veri valori; ci sono ancora troppe persone che pensano “non cambio, ce la posso fare” e vanno avanti a fare e a pensare come ai bei tempi (andati). Spiace che per “imparare la lezione”, questa volta la lezione dovrà essere molto dura. Ma ben venga se appunto servirà a fare piazza pulita di tutte le fesserie che adesso stiamo a guardare perdendo di vista le cose importanti. Ovviamente parlo in generale, qualcuno la lezione l’ha già imparata… 🙂

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  • E’ un periodo pessimo dove non conosci mai le persone ed un sacco di volte – ma questa per me non è una cosa buona – ti accorgi di trovare e condividere più umanità in un mucchietto di files a video, leggendo una teoricamente sconosciuta, che con quelli che frequenti giorno per giorno in carne ed ossa.

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    • Viviamo in un mondo curiosamente paradossale…c’e’ molta solitudine di fondo pur avendo miriadi di mezzi per comunicare. Non e’ un bene, concordo. Credo comunque che saper stare bene con se’ stessi sia una conquista indispensabile…ne avevo parlato nel precedente blog….ne riparlero’ anche qui. Buona domenica Lampur.

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  • Una mia prof di liceo la chiamava “la crisi del benessere”… Siamo circondati di “cose” a cui non sappiamo rinunciare… E rinunciamo alle cose più importanti. Preferiamo l’iphone ad un piatto di speranza, e neghiamo un saluto, impegnati a “condividere” la frase o la borse chic del momento. Forse questa crisi un po’ ce la meritiamo anche… Nel ricordo di persone dignitose e forti come tuo nonno, come tutte quelle persone che hanno lottano per la propria vita e per renderla migliore davvero… Un bacio cara e buona domenica!

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    • La tua prof aveva ragione cara Regina…penso che quando si sta troppo “bene” dal punto di vista materiale ci si anestetizza un po’ il cuore….a volte sono proprio certi periodi difficili della vita, se si sanno cogliere nel loro significato, a metterci di fronte alle vere scale di valori…un abbraccio e buona domenica anche te…

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  • Questa è una pagina di una Spirita Libera umana e saggia, nel suo divenire.
    Abbiamo questa infatuazione per il consumismo e l’agio, l’odio per la fatica. E per il lavoro che è la fatica del mantenersi da sé.
    Ritengo che questa crisi sia un’opportunità per molte persone di tornare con i piedi per terra. Tutti i media, i mezzi di distrazione e di inquinamento di massa non fanno che celebrare consumismo, potere e ricchezza come unico scopo e fine delle masse.
    Quindi ci sarà una parte sempre maggiore di persone che entreranno nella spaccatura, nella dissociazione profonda tra il reale e vissuto e l’immaginario.

    La Chiesa…
    Mah
    Io sto leggendo l’ultimo lavoro letterario di Giovanni Lindo Ferretti, una persona che stimo molto. A volte ho la sensazione che non è escluso che anch’io tornare alla cattolicità dopo un periodo, quello attuale, di così profonda, severa critica.
    Azione e reazione.

    Io non so se i nostri nonni fossero migliori. Non penso e non lo credo.
    Sicuramente hanno avuto assai meno possibilità di distruzione in grande, industriale, di massa di ambiente, di valori, di saperi, di ecologia.

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    • Ciascuno di noi fa un percorso individuale che ci puo’ portare ad allontanarci o a riavvicinarci ad una forma di fede…io sono stata “praticante” e “osservante” fino ai 22 anni circa…poi ho preso pian piano le distanze…per riavvicinarmi un paio di anni fa…non tanto alla Chiesa come istituzione quando al messaggio di Cristo, che ritengo universale a prescindere dal fatto che ci sia un Papa e una gerarchia….e comunque questo Papa sta andando nella direzione giusta, ci sta mostrando le cose giuste. O quantomeno, coerenti con quel messaggio…vedremo nel tempo….
      Non ho stima della mia generazione né di quella dei miei e per questo mi sembra che quella dei miei nonni sia migliore, non so….sara’ perché hanno davvero vissuto anni orribili mantenendo saldi i loro valori….buon inizio settimana Uomo…

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      • La cosa che mi trattiene – e che mi differenzia da Ferretti e da Spirita Libera – è che, teologicamente, l’idea del monoteismo è violento in sé. La distruzione di ogni diversità a livello teologico diventa la distruzione e della Grande Madre e della diversità biologica, culturale, dei saperi, delle culture.
        In particolare è l’orribile hybris antropocentrico che io guardo in cagnesco nei monoteismi e, in generale, nelle relgioni patriarcali.
        Mah.
        Non voglio addentrarmi in questioni di storia delle religioni e di teologia.
        Io penso che la generazione dei nostri genitori e la nostra siano vittime del (post)modernismo. Due generazioni (un po’) di plastica.

        Buon inizio anche a te,Spirita.

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  • E’vero che i nostri nonni hanno conosciuto un mondo più duro, ma il nostro è più spietato, senza regole. Poi la nostra generazione in particolare è stata un po’sfigata. Mi ricordo che già a 27 anni ero già considerata troppo vecchia per un lavoro qualificato…non era vero niente, era il mercato in balia di falsi miti che ci voleva laureate, con competenze informatiche, 2 o 3 lingue parlate correntemente etc. E come se c’avessero rubato qualcosa. Anzi, molto.

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